EXAMINE THIS REPORT ON CONSEGUENZE DI UN ESPOSTO

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Non ricorre la causa di giustificazione non codificata dell’esercizio di attività sportiva allorché un calciatore colpisca l’avversario fratturandogli il setto nasale nel momento in cui l’arbitro assegni un calcio di punizione, in quanto, in tale fase, non essendo ammesso il gioco attivo di squadra, ancorché singoli giocatori possano trovarsi in movimento for every organizzare il « tiro» il gioco deve ritenersi fermo e, pertanto, l’azione antidoverosa non può risultare funzionale all’attività agonistica in atto ma si palesa come una mera aggressione del tutto indipendente dalla dinamica del gioco (Sez. five, 10734/2008).

Lesioni colpose aggravate dall’uso di un’arma, il reato contestato al pregiudicato di 46 anni che aveva nascosto l’arma in car, rinvenuta dalla polizia insieme advertisement altri proiettili inesplosi e a diversi grammi di marijuana.

Ai fini della configurabilità del reato di percosse è sufficiente, trattandosi di reato di mera condotta, l’idoneità della condotta di violenta manomissione dell’altrui persona fisica a produrre un’apprezzabile sensazione dolorifica, non essendo, invece, necessario che tale sensazione di dolore si verifichi, fermo il “discrimen” rispetto al reato di lesione personale, configurabile quando il soggetto attivo cagioni una lesione dalla quale derivi una malattia nel corpo o nella mente.

E’ previsto un aumento della pena se il fatto è commesso da un coniuge o ex coniuge e se commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità.

Pertanto, se è consolidata l’opinione che considera illecita, anche dal punto di vista penale, la condotta del medico che abbia operato – quasi in corpore vili – “contro” la volontà del paziente, direttamente o indirettamente manifestata, e ciò a prescindere dall’esito, fausto o infausto, del trattamento sanitario praticato, “trattandosi di condotta che quanto meno realizza una illegittima coazione dell’altrui volere”; e se è da ritenere illecita – anche dal punto di vista penale – la condotta del medico che attui una informazione volutamente lacunosa o decipiente al good di perseguire scopi altrimenti illeciti –giacché in questo caso egli si pone volontariamente fuori del contesto (terapeutico) entro cui è, per norma, legittimato ad operare – a conclusione diversa deve pervenirsi allorché – come nella specie – il consenso all’intervento, prestato dal paziente in un ambito caratterizzato comunque da finalismo terapeutico, sia da ritenere viziato, perché non preceduto da adeguata informazione.

Integra il reato di lesioni personali la condotta dell’imputato estrinsecatasi in una testata al volto della vittima, che ne abbia determinato una malattia ritenuta guaribile in 30 giorni, avvenuta in un contesto di tentativo di mediazioni tra le parti for every la risoluzione bonaria di una diatriba in ordine ad un terreno di proprietà inquadrabile, in tale ottica, nel reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (for every il quale for eachò nel caso di specie è intervenuta la remissione di querela e conseguente sentenza di non doversi procedere)

Nel delitto di lesioni personali volontarie l’elemento psicologico consiste nella volontà consapevole di attentare all’incolumità fisica altrui. E poiché l’atto di violenza fisica può avere, secondo le circostanze, effetti più o meno gravi, quando si accerti tale volontà l’agente risponde a titolo di dolo e non di colpa delle conseguenze lesive che ne derivano, le quali ricollegandosi all’iniziale atto di violenza, ne rappresentano un normale e prevedibile sviluppo.

La Corte di Cassazione, Sezione Penale, con la sentenza n. 25936 del 24 maggio 2017 si è pronunciata sul caso della madre che ha scagliato il telecomando sul volto del figlio provocandogli lesioni, ed ha sancito che lo stato emotivo di nervosismo e risentimento provato dal genitore nei confronti del figlio non vale ad escludere l’elemento psicologico del reato di lesioni personali e di maltrattamenti in famiglia poiché l’attenuante della provocazione richiede che l’agente abbia perso il controllo di se stesso in conseguenza di you can try here un fatto eccezionale.

Tanto perché tutta la normativa sopra richiamata mostra di considerare la “persona” non più destinataria di prestazioni etero-determinate, ma soggetto attivo e partecipe dei processi decisionali che lo riguardano; e perché appare ormai superata la visione del medico come depositario e detentore di una “potestà” di curare, dovendosi invece inquadrare il rapporto medico-paziente (al di fuori di qualsiasi visione paternalistica) in termini di “alleanza terapeutica”, che veda entrambi i protagonisti impegnati a collaborare per l’attuazione del diritto alla salute.

della legge n. 401/1989 la soggettività passiva è estesa al official statement personale incaricato dei servizi di controllo dei titoli di accesso agli impianti sportivi, nonché di instradamento degli spettatori e di verifica del rispetto del regolamento d’uso degli impianti medesimi nonché agli arbitri e agli altri soggetti che assicurano la regolarità tecnica delle manifestazioni sportive3;

In tema di attività medico-chirurgica, allo stato attuale della legislazione, deve ritenersi che il medico sia sempre legittimato advert effettuare il trattamento terapeutico giudicato necessario for every la salvaguardia della salute del paziente that site affidato alle sue cure, anche in mancanza di esplicito consenso, dovendosi invece ritenere insuperabile l’espresso, libero e consapevole rifiuto eventualmente manifestato dal medesimo paziente.

Poniamo il caso che l'esame medico svolto da un pronto soccorso, abbia ritenuto sussistenti su un soggetto aggredito le lesioni lievissime, guaribili in 15 giorni, risultanti poi dalla documentazione redatta dai medici della struttura pubblica. Ossia, poniamo il caso che la lesione individuata dai sanitari intervenuti quasi nell'immediatezza dei fatti, rientri nella categoria delle lesioni lievissime e come tali da non essere ritenute in grado di ridurre o compromettere la funzionalità di un organo.

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In tema di lesioni volontarie, ai fini della configurabilità del dolo, non è necessario che la volontà dell'agente sia diretta alla produzione di conseguenze lesive, ma è sufficiente, invece, il dolo eventuale insito nell'intenzione di infliggere all'altrui persona una violenza fisica (riconosciuta la sussistenza del reato in capo all'imputato che aveva danneggiato la persona offesa utilizzando una bomboletta spray contenente una sostanza irritante).

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